E’ bello cazzeggiare. Così bello che penso potrei farci un abbonamento semestrale…
E’ bello anche ridere di sé stessi nel rendersi conto che lo studio, quando non è obbligo ma piacere, torna come leitmotiv(si scrive così?) delle giornate. Come una droga della quale non si riesce a fare a meno. Il “che vuoi farci, sei nata per questo” mi riempie di un orgoglio strano, quell’orgoglio del quale a tratti ci si vergogna perchésseiunanerddelcazzo.
E’ bello avere tremila aspettative e giocare ogni volta con la propria serata. Young and wild and free a fare ciò che mi piace. Bere, sostanzialmente, e ballare come una deficiente in modo poco bello alla vista. Degenerare.
E’ bello anche capire che nel proprio degenero si è sempre fieri del modo in cui si è degenerati. Il modo tale per cui resta sempre una grande performance da raccontare a mesi di distanza in cene, aperitivi e momenti conviviali. Fare il proprio show e sentirlo ri-raccontare ad oltranza perché è stato memorabile.
E’ bello avere tempo per pensare a un mare di puttanate, riscoprire interessi, spalmarsi creme e lozioni sul corpo e dedicarsi a sé stessi.
E’ bello anche prendere contatto con la parte più scabrosa di sé ed andarne fieri, scoprire che c’è un piccolo Bukowski ubriacone, sfigato e misero dentro ognuno di noi che ogni tanto necessita di fare capolino.
E niente, è bello bello bello.
[tamarritudine is in me]